L’evoluzione delle tecnologie e dei sistemi di sicurezza non è sufficiente a ridurre i rischi sul lavoro. Lo dimostrano gli ultimi dati pubblicati da Inail che hanno visto nello scorso anno salire a 589.571 le denunce per infortunio e a 1090 i casi fatali, con un aumento rispettivamente dello 0,7% e del 4,7% sull’anno precedente.
Una tendenza negativa confermata nei primi due mesi di quest’anno, con 138 vittime sul lavoro, incluse quelle in itinere: 19 in più rispetto allo stesso periodo del 2024. Dati allarmanti, al centro delle manifestazioni del 1° maggio che si sono svolte in diverse città italiane, con il tema "Uniti per un lavoro sicuro".
La salute e la sicurezza delle persone nei luoghi di lavoro sono aspetti inderogabili non solo per le parti sociali, ma per ogni impresa che voglia garantire continuità operativa oltre al benessere dei propri lavoratori.
Chi sono e dove risiedono i lavoratori a rischio
Le analisi dei dati Inail rivelano come il settore delle costruzioni sia quello più segnato dagli incidenti mortali, seguito da magazzinaggio/trasporti e dalle manifatture. Quest’ultimo settore primeggia invece nelle denunce generiche d’infortunio, seguito dalle costruzioni e dalla sanità. Tra le regioni che hanno il triste primato degli incidenti mortali ci sono Lombardia e Campania, ma se il dato viene rapportato alla popolazione lavorativa, le regioni più a rischio (che superano del 25% la media nazionale, pari a 34,5 morti per milione di lavoratori) sono Basilicata, Valle D’Aosta, Umbria, Trentino Alto Adige, Campania, Sardegna e Sicilia.
La demografia delle vittime rivela la vulnerabilità dei lavoratori stranieri (il tasso di mortalità è più che doppio rispetto ai lavoratori italiani) e, più in generale, dei lavoratori meno giovani, con un picco nella fascia tra 55-64 anni. In modo evidente, i cambiamenti nei sistemi di produzione e delle modalità di lavoro hanno accresciuto il rischio, sia per le nuove leve d’immigrati sia per chi, a ragione dell’età, dovrebbe godere la tutela dall’esperienza.
La sicurezza del lavoro nelle industrie in rapido cambiamento
La sicurezza sul lavoro si conferma un’emergenza nazionale, destinata a sollecitare maggiore attenzione nel dibattito pubblico così come nell’impegno del legislatore italiano ed europeo come diritto fondamentale e non un costo per le imprese. L’impegno collettivo delle istituzioni e delle imprese è necessario per costruire un futuro in cui ogni lavoratore possa svolgere la propria attività in condizioni di sicurezza e dignità, anche nei contesti dove rapidi turnover, cambiamenti nelle forniture, prodotti e processi sono necessari per garantire la competitività.
Forte di un’esperienza maturata in oltre trent’anni di attività, ISQ – Istituto Sicurezza e Qualità – opera nella formazione del personale e nella consulenza rivolta a enti e imprese per la prevenzione incendi, la valutazione dei rischi e la predisposizione di piani di gestione delle emergenze: incendio, primo soccorso, evacuazione e catastrofi naturali.
ISQ promuove iniziative formative sui rischi associati all’impiego di nuove tecnologie - batterie agli ioni di litio, sistemi di accumulo energetico, pannelli fotovoltaici, … - e sulle opportunità offerte dai sistemi di prevenzione e protezione più avanzati. ISQ affianca aziende e professionisti nella gestione antincendio e dei rischi industriali, per rendere gli ambienti di lavoro più sicuri attraverso l’adozione responsabile delle nuove tecnologie.